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Mercoledì 27 marzo 2019: Perché praticare Sport nell’era digitale? Dott.re A. Pesce

27 marzo 2019 presso il PALA FAMIGLI in via Rimembranze 19 Spilamberto
Perché praticare Sport nell’era digitale?
a cura del dott. Dott.re Alessandro Pesce
 
L’avvento di internet e dei social network ha cambiato radicalmente il nostro modo di comunicare e di stare in relazione con il mondo, modificando il modo di percepire e gestire tempo e spazio all’interno delle relazioni sociali, professionali e affettive.
Le moderne tecnologie danno una possibilità infinita di spaziare in tutto il mondo stando comodamente seduti davanti al proprio computer o smartphone: lo spazio che divide due persone non costituisce più un ostacolo comunicativo, tuttavia viene persa la funzione comunicativa della sensorialità (Tonioni, 2013). L’assenza del corpo all’interno delle comunicazioni web-mediate non permette l’accesso a tutte le informazioni veicolate dal corpo stesso: sensazioni, emozioni, posture, comunicazione non verbale, contatto fisico, ecc..fondamentali per dare un senso profondo alle nostre relazioni,alle emozioni e all’ambiente in cui viviamo.
L’era digitale ha portato indiscutibili vantaggi ma comporta alcuni rischi che è bene conoscere, soprattutto per i nativi digitali che con internet ci sono nati. Le relazioni sociali – soprattutto in adolescenza – possono essere vissute con forte ambivalenza: da una parte l’imperioso desiderio di tessere nuove relazioni extra-famigliari, dall’altra la paura di mostrarsi interamente e non essere accettati. Il tutto all’interno di un corpo e un’identità in continuo mutamento, spesso fonte di crisiprofonde.
All’interno di questo scenario, internet può costituire per molti un compromesso all’interno del quale l’adolescente riesce a rimanere in una sorta di relazione con i suoi pari, pur rimanendo al riparo dal rischio di essere rifiutato. Questo compromesso è chiaramente un’utopia e solo apparentemente favorevole, perché col tempo porta con sé il rischio diritiro sociale che in alcuni casi sfocia in vere e proprie patologie (in Italia questa patologia, chiamata dal Giapponese “Hikikomori”, colpisce già 100 mila adolescenti! Fonte: “Centro il Minotauro” pubblicato nel 2016 sul Corriere della Sera).
Ecco che mai come oggi, lo sport acquisisce un ruolo fondamentale di cura e prevenzione del disagio giovanile: offre un contesto in cui le relazioni sono mediate e veicolate non da schermi piatti, ma da corpi e menti che giocano e interagiscono realmente. Attraverso l’attività sportiva i giovani imparano a conoscere gli altri e a comprendere se stessi, esplorando i propri limiti e le proprie risorse, competenze fondamentali per un sano adattamento alla vita. Nell’agonismo, la costanza negli allenamenti e nelle partite educa all’impegno e al sacrificio per raggiungere una meta nel rispetto di se stessi e degli altri, rafforza il carattere e la capacità di fronteggiare le sfide.
e’ necessaria la prenotazione al 348/1682500/338/3349574
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